FRANCESCO RUTELLI

IL DISASTRO DELLA POLITICA E DELLA SITUAZIONE DEI RIFIUTI A ROMA. QUANTO COSTA QUESTO GIOCO DELL'OCA?

Quante migliaia di chilometri percorre il contenuto di un sacchetto di rifiuti raccolti oggi a Roma? E' una domanda seria, non uno scherzo: lo scandalo della monnezza nella Capitale, anche dopo la chiusura della discarica di Malagrotta, resta innanzitutto la debolezza delle politiche pubbliche per il ciclo dei rifiuti. Roma è il più grande Comune d'Italia - ben 130.000 ettari - ed è vergognoso che i principali impianti di trattamento non siano collocati nel territorio comunale, e che i rifiuti dei romani debbano svolgere un pazzesco giro dell'oca. E' urgente analizzarne l'impatto ambientale, le emissioni di CO2 e, specialmente, il costo per i cittadini.
Venendo alla cronaca: è normale che esponenti politico-amministrativi (chi scrive, capogruppo in Senato e Consigliere comunale di opposizione in base al suffragio di circa 700.000 elettori) dialoghino con tutti su queste materie, incluso il titolare della discarica della Capitale? Ovvio che si (non dimenticando che Cerroni è uno dei principali industriali italiani e internazionali nel settore ambientale; e che il privato, in ogni settore dell'Amministrazione, deve seguire gli indirizzi del pubblico, non il contrario); e naturalmente con il Prefetto Pecoraro, i Presidenti della Regione, tecnici ed esperti ambientali, comitati di cittadini, il Ministro dell'Ambiente, eccetera. Va verificato bene se ogni atto politico-amministrativo sia stato scorretto o viziato da favoritismi: nel mio caso, risolutamente no.
E' sotto il mio mandato di Sindaco - terminato ormai 13 anni fa - che Roma è passata dal buttare tutto nella discarica di Malagrotta alla realizzazione di impianti moderni e non inquinanti: per breve memoria, la mia Amministrazione (che trasformò l'Azienda AMA in SpA) rinnovò il parco mezzi e i materiali dell'Azienda pubblica, e promosse forti investimenti, sia per impianti nuovi, sia per modernizzare e ampliare quelli esistenti: tra l'altro, l'impianto di Maccarese per la produzione di compost di qualità dai rifiuti; l'impianto di selezione RSU di via Salaria; l'impianto di selezione RSU di via Rocca Cencia; l'impianto di selezione multimateriale; l'impianto di incenerimento dei rifiuti ospedalieri e dei farmaci scaduti di Ponte Malnome (con produzione di circa 3 MW di energia elettrica e monitoraggio ambientale continuo).
Più di recente, nel mio ultimo mandato in Consiglio Comunale, è facile trovare i miei durissimi atti per reclamare la chiusura di Malagrotta e mettere in atto una moderna politica per il ciclo dei rifiuti: solo da ultimo, cito un'interrogazione urgente di tre pagine del 27 giugno 2011 e una impegnativa Mozione, che la Giunta Alemanno si è rifiutata di discutere, del 26 marzo 2012 (anche perché firmata da tutte le opposizioni, ma anche da alcuni esponenti della maggioranza di allora).
Torniamo, dunque, al punto-chiave: anziché realizzare una politica guidata dalla mano pubblica, non si è fatto nulla per "chiudere" il ciclo dei rifiuti. Vediamo qualche cifra, in base a recenti notizie di stampa: quasi mezzo milione di tonnellate, su base annua, di rifiuti dei romani trattati finiscono in termovalorizzatori: non a Roma (!) ma nel Lazio, a Pavia e Ravenna. Quasi altrettanti vanno in Spagna e altre parti del Nord Italia. Altre duecentomila tonnellate 'tritovagliate' finiscono in impianti di Abruzzo, Lazio, Emilia; parte della frazione umida deve viaggiare verso il Veneto.
E' scandaloso che una parte della raccolta differenziata finisca di nuovo in quella indifferenziata; che essendo il processo industriale così "grippato", la differenziata costi di più; soprattutto, che questo giro dell'oca costi molto di più del passato conferimento dei rifiuti a Malagrotta (che ha certamente permesso ai cittadini di risparmiare molti miliardi rispetto agli standard medi italiani e, comunque, ha tenuto lontano per decenni dalla Capitale il crimine organizzato). Se questi sono i fatti - e facendo piena fiducia alla Magistratura per la rigorosa conclusione delle sue indagini, in corso da circa 6 anni - il dramma-rifiuti sta peggiorando.
Chissà se qualcuno proporrà di comperare l'Alitalia, riempirne gli arei di monnezza romana e depositarla in giro per il mondo.
I chilometri percorsi sarebbero più o meno gli stessi; i costi, certo, "un briciolino" più alti; il risultato, rispetto a una corretta gestione dei rifiuti, altrettanto demenziale.
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