FRANCESCO RUTELLI

La Stampa, L'ex Sindaco Rutelli e l'archeologia: La mappa dei segreti di Roma antica

L'ex Sindaco Rutelli e l'archeologia. Dalla gigantesca struttura del Circo Massimo al tempio del Sole: i monumenti ancora sepolti.
Qui, in piazza Venezia, a Roma, scavando è stato trovato l'Ateneo di Adriano, una notizia importante e allo stesso tempo comica: ovunque si scavasse, nell'area dei Fori, si troverebbe qualche cosa perché lì sotto ci sono tremila anni di storia. Francesco Rutelli, presidente del comitato parlamentare di controllo dei servizi segreti, ma ex sindaco di Roma e appassionato di storia antica, ipotizzò un museo a cielo aperto che da piazza Venezia arrivasse sino all'Appia antica comprendendo i Fori, il Colosseo, il Palatino e il Circo Massimo, tutti liberati dal traffico.

Oggi Rutelli sbircia i ruderi dell'Ateneo e illustra la sua nuova idea: «Penso che questa via, via dei Fori Imperiali, sia ormai parte della città e della sua storia. Mi pare che l'idea di sventrarla appartenga soprattutto a un tic della sinistra, poiché la volle Mussolini. Si potrebbe però renderla pedonale e per soli mezzi elettrici, sarebbe la più spettacolare passerella archeologica del mondo. E niente vieterebbe di scavarci sotto per riportare alla luce tutto quello che fu costruito nell'intera valle dei Fori».

Rutelli guarda i ruderi e sospira: «Certo è costoso. E di per sé qualificherebbe l'intero lavoro di un governo. Mi rendo conto delle difficoltà e delle opere che comporterebbe, oltre alle decine di cose che ci sono da fare: consolidare il Palatino, che si sfalda, o mettere in sicurezza la Domus Aurea. Del resto i grandi momenti archeologici di Roma sono stati solo quello dell'Unità d'Italia e quello del fascismo, inclusa la retorica imperiale e gli sventramenti. Nel dopoguerra soltanto la legge Biasini (anni Ottanta, quella dei monumenti in gabbia, ndr) e il piano del Giubileo». Qui sotto ci si troverebbe di tutto. C'è la forma urbis che spiega quali templi, quali edifici. «Semplicemente completeremmo i Fori. Ma il tesoro non è solo qui». Andiamo al Circo Massimo. «Bisognerebbe scavare qui, in via dei Cerchi». Alle spalle abbiamo il Palatino, di fronte il Circo Massimo. «Di sicuro ci sono i resti del Tempio del Sole e della Luna».

Si tratterebbe di chiudere al traffico un'altra via di Roma, ma secondo Rutelli «non è una via a grande scorrimento e poi è qui che è nata Roma, proprio qui c'era il Pulvinar, il palco dell'imperatore». Indica il grande prato: «Il Circo Massimo andrebbe gradualmente scavato. Era il più grande monumento di Roma Imperiale, conteneva forse trecentomila spettatori e non lo conosciamo. Un'assurdità». Da quello che si dice, sotto al Circo Massimo la struttura dello stadio per le bighe non c'è più. Rutelli strabuzza gli occhi: «Ma non è vero. E' stato spogliato dai marmi come è successo al Colosseo, ma la struttura architettonica c'è, eccome. E' un tesoro, quest'area, e adesso è ridotta a discarica. Nemmeno ci si può portare i bambini a giocare», dice indicando i cocci di vetro. «E proprio lì, nel grande edificio dove era l'ufficio elettorale, va fatto il museo della città sui cui è d'accordo anche Alemanno. Il primo luogo dove con le tecnologie moderne si possa realizzare la visita virtuale dell'antichità».

A proposito di scavi, non è che adesso si stia con le mani in mano: l'Ateneo di Adriano, la stanza circolare di Nerone. Rutelli ridacchia: «Mi spiace deludervi, ma è tutto da dimostrare che quelli siano davvero l'Ateneo di Adriano e la stanza circolare di Nerone. C'è dibattito. E' che su queste cose si fa sempre un po' di propaganda». Beh, anche lei da sindaco ne ha fatta un po'... «Ma sì, d'accordo, però su cose un pochino più concrete. Ricordo che Andrea Carandini, che è un grandissimo archeologo e un grande divulgatore, sul Palatino trovò il Pomerio, il primo confine di Roma voluto da Romolo». Anche sull'autenticità del Pomerio si discute, e parecchio. E poi, una volta scoperto, è stato subito ricoperto. Rutelli osserva il punto dove si scavò: «Lo coprimmo perché si sarebbe sfaldato. Ma insomma tutto questo dimostra che ci sarebbero centinaia di cose da fare. Al prezzo di una finanziaria, lo so. A me piacerebbe che se ne facessero alcune immediate, dovute».

Da su, dal Palatino, si vedono i Fori: «Primo: andrebbero eliminate quelle murature delle cantine secentesche trovate laggiù, nei Fori imperiali. Ma chi se ne frega delle cantine del Seicento? E' feticismo. Secondo: sempre lì andrebbero tolti qui cantieri fermi da anni, eliminata l'ormai inutile via Alessandrina, sistemate alberature e percorsi di visita. Terzo: bisognerebbe ricostruire quell'alzata delle colonne, lì, nel Foro di Nerva; eccole, perché lasciarle a terra? Si obietta che solo Mussolini rialzò le colonne. E allora? Facciamolo. Il vicesindaco Cutrufo vuole ricostruire Roma imperiale di plastica in periferia quando abbiamo quella vera e ci pare brutto persino rimettere in piedi delle colonne. Tutte queste sono imprese da due lire».

Siamo al Colosseo. Qui sta per arrivare la nuova metropolitana. «La metropolitana viaggia circa trenta metri sotto terra, quindi più in basso del livello archeologico. Quella potrebbe essere la porta di Roma antica: l'ingresso per un percorso sotterraneo. L'incubo di Federico Fellini in Roma - con la talpa meccanica che scopre un grandi affreschi che svaniscono subito - forse sarà il sogno della Roma futura».
Mattia Feltri per La Stampa, 17 ottobre 2009
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