Giustizia, Rutelli: «No a processo breve, da premier ossessione»
«Dobbiamo fare le riforme nell'interesse della giustizia per tutti e non per risolvere i processi del premier»: lo ha dichiarato il leader di Alleanza per l'Italia Francesco Rutelli, intervenendo a Unomattina. «Non ho mai creduto che la strada giudiziaria potesse sostituire la politica per creare un'alternativa in Italia», sottolinea Rutelli. «Ma dopo circa vent'anni di Berlusconi in politica bisogna chiedersi quali riforme per il miglioramento della giustizia siano state fatte, a parte l'ossessione per i suoi processi».«Prontissimi a fare le riforme per migliorare la situazione della giustizia che è drammatica, ma non ritornate con il processo breve perché gli italiani hanno capito benissimo di che cosa si tratta». Parlando poi del federalismo il leader di Api ha sottolineato che «con il provvedimento del governo aumentano le tasse, non migliorano i servizi e c'è meno autonomia per gli enti locali. Il governo ha tagliato le risorse per i comuni, aumentano le addizionali sull'Irpef e si creano tasse nuove», ha aggiunto Rutelli sottolineando come «questo provvedimento sia cambiato cinque volte in dieci giorni, a proposito dell'improvvisazione di questo governo».
«La tassa più sciagurata di tutte? Quella sui turisti. Ci stiamo inventando una tassa che ci farà perdere posti di lavoro e danneggerà la prima industria italiana». «Sono contrario a discutere di patrimoniale, in un momento di crisi la priorità deve essere sulla crescita. Il premier è al potere: il suo compito è di presentare provvedimenti e misure concrete e non di limitarsi a scrivere articoli sui giornali», ha osservato Rutelli. «Se avanzerà proposte sagge, dall'opposizione siamo pronti a discuterne. Ma se polemizza su ciò che non esiste, come sulla insensata ipotesi della patrimoniale, non ne parliamo proprio. È solo un modo per inchiodare il Paese alla propaganda e alle risse».
Infine il leader di Alleanza per l'Italia ha commentato la delicata situazione in Egitto: «Mubarak ha avuto dei meriti storici, ma dopo decenni al potere chiunque deve lasciare. C'è una spinta al cambiamento, in particolare da parte delle giovani generazioni, che va amministrata con saggezza, favorendo l'emergere di una classe dirigente democratica e responsabile». «L'impatto per l'Italia - ha concluso Rutelli - potrebbe essere legato a fenomeni improvvisi di migrazione, per questo siamo interessati che questi paesi abbiano stabilità. L'Europa dovrebbe trovare una voce comune per aiutare la stabilità e la democrazia. Ad esempio, se i turisti non vanno più in Egitto, quel paese perde la sua prima fonte di lavoro».