Intervista a La Stampa
Il fondatore di ApI: «Noi non cerchiamo di eliminarlo per via giudiziaria»
Rutelli, ha sentito cosa propone Casini? Ingoiare un nuovo Lodo Alfano per sbarazzarsi di questa "porcheria" del processo breve, della serie scegliamo il male minore. E' d'accordo?
«Non credo all'offensiva giudiziaria per la sostituzione di Berlusconi. Penso, anzi, che sia una delle migliori assicurazioni per la vita politica del premier. Ma non si può stravolgere l'ordinamento per trovare una via d'uscita ad alcuni processi. Finora, Berlusconi non è mai stato condannato. Svolga serenamente la sua difesa, come debbono fare tutti. Noi ci dobbiamo impegnare a non chiedere la sua eliminazione politica per la via giudiziaria; lui non deve distruggere ancor più la certezza della pena nel nostro paese per evitare qualche processo».
«Non credo all'offensiva giudiziaria per la sostituzione di Berlusconi. Penso, anzi, che sia una delle migliori assicurazioni per la vita politica del premier. Ma non si può stravolgere l'ordinamento per trovare una via d'uscita ad alcuni processi. Finora, Berlusconi non è mai stato condannato. Svolga serenamente la sua difesa, come debbono fare tutti. Noi ci dobbiamo impegnare a non chiedere la sua eliminazione politica per la via giudiziaria; lui non deve distruggere ancor più la certezza della pena nel nostro paese per evitare qualche processo».
Faccia una previsione. Quanto durerà il governo in questa condizione? Berlusconi si stuferà di queste liti quotidiane, di sentirsi accerchiato dai giudici e porterà il paese alle urne?
«Il punto non è la durata del governo, ma la sua incapacità di affrontare i problemi molto gravi del Paese. Nessun governo ha mai avuto una maggioranza parlamentare così larga; nessun premier tanto potere: politico, economico, mediatico. Eppure, la destra non suscita i larghi dissensi che meriterebbe soprattutto perché non c'è un' alternativa politica credibile. Berlusconi si annoia a governare - finora, le cose migliori le ha fatte Bertolaso, alla Protezione Civile - ed è bravissimo a fare le campagne elettorali. Ma se pensasse a nuove elezioni, un nuovo scontro totale, sarebbe un disastro per l'Italia».
«Il punto non è la durata del governo, ma la sua incapacità di affrontare i problemi molto gravi del Paese. Nessun governo ha mai avuto una maggioranza parlamentare così larga; nessun premier tanto potere: politico, economico, mediatico. Eppure, la destra non suscita i larghi dissensi che meriterebbe soprattutto perché non c'è un' alternativa politica credibile. Berlusconi si annoia a governare - finora, le cose migliori le ha fatte Bertolaso, alla Protezione Civile - ed è bravissimo a fare le campagne elettorali. Ma se pensasse a nuove elezioni, un nuovo scontro totale, sarebbe un disastro per l'Italia».
Lei ha fatto la sua scelta e Bersani ora è costretto a inseguire gli ex Ppi evocando lo spirito di Zaccagnini come nuova linfa nelle radici del partito. Ce la farà a tenerli dentro il Pd?
«Guardi, la mia scelta è nitida e non seguo questi problemi. Non ho alcuna ostilità verso il PD. Ma non è il mio partito. Gli ho conferito il frutto del mio lavoro di anni, purtroppo, lo sta portando a un approdo che non condivido. Per fortuna che c'è Alleanza per l'Italia: con Tabacci, Dellai, Lanzillotta, con piemontesi come Vernetti e Calgaro, un nucleo di persone coraggiose che non si rassegna a un PD di sinistra in un' Italia dominata dalla destra».
«Guardi, la mia scelta è nitida e non seguo questi problemi. Non ho alcuna ostilità verso il PD. Ma non è il mio partito. Gli ho conferito il frutto del mio lavoro di anni, purtroppo, lo sta portando a un approdo che non condivido. Per fortuna che c'è Alleanza per l'Italia: con Tabacci, Dellai, Lanzillotta, con piemontesi come Vernetti e Calgaro, un nucleo di persone coraggiose che non si rassegna a un PD di sinistra in un' Italia dominata dalla destra».
La Bindi è convinta che lei voglia tornare alleato dettando le condizioni. È un sospetto giustificato?
«Non si capisce cosa vuol dire. Immagina forse che non esprimiamo idee e proposte? Lo faremo, eccome. Milioni di italiani non sono rappresentati: professionisti, partite IVA e piccole imprese, mondi associativi. Non trovano spazio in politica. Non basta guardare la tv o votare ai gazebo una volta all'anno».
«Non si capisce cosa vuol dire. Immagina forse che non esprimiamo idee e proposte? Lo faremo, eccome. Milioni di italiani non sono rappresentati: professionisti, partite IVA e piccole imprese, mondi associativi. Non trovano spazio in politica. Non basta guardare la tv o votare ai gazebo una volta all'anno».
Dal suo ex partito gli sono piovute addosso parecchie contumelie. Ma non solo. Epifani è stato duro e perfino Bagnasco è parso un po' freddino. Perché secondo lei?
«Al di là delle dichiarazioni di rito, non mi pare ci sia stata particolare acrimonia. È così evidente che le mie idee divergano, da tempo, dalla mutazione del PD: dal discorso di Veltroni al Lingotto, alla sua mancata attuazione, fino al ritorno ad una fisionomia PDS. Non vedo poi perché la CGIL debba lamentare il mio giudizio: sono stati candidati alle primarie molti dirigenti di quel sindacato, ed organizzata una massiccia presenza al voto. È un fatto, e non c'è niente di male. Quanto al Presidente della CEI, è bene informato della nostra iniziativa, ma nessuno deve tirarlo nella contesa politica. Siamo un movimento laico, con l'adesione di moltissimi cattolici che si sentono a casa loro».
«Al di là delle dichiarazioni di rito, non mi pare ci sia stata particolare acrimonia. È così evidente che le mie idee divergano, da tempo, dalla mutazione del PD: dal discorso di Veltroni al Lingotto, alla sua mancata attuazione, fino al ritorno ad una fisionomia PDS. Non vedo poi perché la CGIL debba lamentare il mio giudizio: sono stati candidati alle primarie molti dirigenti di quel sindacato, ed organizzata una massiccia presenza al voto. È un fatto, e non c'è niente di male. Quanto al Presidente della CEI, è bene informato della nostra iniziativa, ma nessuno deve tirarlo nella contesa politica. Siamo un movimento laico, con l'adesione di moltissimi cattolici che si sentono a casa loro».
Riuscirà a formare un suo gruppo parlamentare alla Camera e al Senato? Perchè i teodem non l'hanno seguita?
«È l'ultimo dei problemi. Noi preferiamo unire chi è d'accordo, soprattutto nella società italiana. Si è parlato troppo delle adesioni in Parlamento. Diverse altre seguiranno, stia tranquillo, ma non ci concentreremo su accordi "romani": già domani a Trento emergerà il carattere del nostro movimento, un incontro di leader, di eletti e amministratori nei territori. Saremo il primo partito online, già dalla conferenza di Parma dell'11 e 12. Lei vedrà migliaia di nuove persone affacciarsi alla politica».
«È l'ultimo dei problemi. Noi preferiamo unire chi è d'accordo, soprattutto nella società italiana. Si è parlato troppo delle adesioni in Parlamento. Diverse altre seguiranno, stia tranquillo, ma non ci concentreremo su accordi "romani": già domani a Trento emergerà il carattere del nostro movimento, un incontro di leader, di eletti e amministratori nei territori. Saremo il primo partito online, già dalla conferenza di Parma dell'11 e 12. Lei vedrà migliaia di nuove persone affacciarsi alla politica».
È vero che sta preparando un documento sulla laicità che si ispira al principio della libertà di coscienza sui temi etici?
«Sì. È già pronto. Sarà brevissimo e, spero, una svolta rispetto alle asprezze inconcludenti di questi anni».
«Sì. È già pronto. Sarà brevissimo e, spero, una svolta rispetto alle asprezze inconcludenti di questi anni».
Gira voce che Bersani voglia fare un patto con Casini: nessuna alleanza alle regionali con il Pdl in cambio della leadership di uno schieramento alle politiche con il Pd, senza Di Pietro. Se fosse vera sarebbe una buona mossa?
«Mi sembra fantapolitica. Noi lavoriamo per un'intesa seria con l'UDC. E da qui alle elezioni cambieranno molte cose: non regge più un centrodestra diventato destra sull'asse Berlusconi-Lega, con Fini ormai ai margini. Né una sinistra a vocazione minoritaria. A Casini va proposto un accordo in regioni-chiave, anziché maltrattarlo, come si sta facendo in Piemonte».
«Mi sembra fantapolitica. Noi lavoriamo per un'intesa seria con l'UDC. E da qui alle elezioni cambieranno molte cose: non regge più un centrodestra diventato destra sull'asse Berlusconi-Lega, con Fini ormai ai margini. Né una sinistra a vocazione minoritaria. A Casini va proposto un accordo in regioni-chiave, anziché maltrattarlo, come si sta facendo in Piemonte».
Carlo Bertini per La Stampa, 14 novembre 2009