Intervista al Corriere della Sera:«Terzo polo sempre più forte. Il progetto ormai è irreversibile»
Senatore Rutelli, Pier Ferdinando Casini sembra defilarsi, FLI è divisa, ma questo terzo polo decollera sul serio?
«A me sembra, caso mai, che in questi giorni il nostro progetto si sia rafforzato, n vero passaggio, a suo modo storico, è la decisione di Fini di passare all'opposizione dell'attuale governo e questo è qualcosa che comprensibilmente ancora oggi suscita delle tensioni all'interno della sua area. Però è un fatto irreversibile».
Sarà, però Casini dice di non essere interessato al terzo polo.
«Casini conferma ogni giorno il valore strategico del nostro incontro, per questo non dobbiamo dare importanza alle battute e delle dichiarazioni quotidiane».
Ma se domani Berlusconi ottiene la fiducia, il vostro progetto di terzo polo non rischia di naufragare?
«Possibile anche che abbia la fiducia per un voto o due, ma questo non cambia la sostanza delle cose: sono finiti questi diciassette anni di un bipolarismo posseduto a destra da Berlusconi e dominato, dall'altra parte, da una sinistra rivolta al passato. Un ciclo si è esaurito, uno nuovo sta iniziando: noi, nel periodo medio-lungo dobbiamo costruire l'alternativa, ben sapendo che abbiamo molti avversari e incontreremo molti ostacoli».
Ma perché Casini dovrebbe fidarsi di Gianfranco Fini, che lo lasciò da solo dopo il predellino per andare con Berlusconi?
«Se Casini ha avuto il problema del predellino all'inizio del 2008, in questi due anni e mezzo ha però compreso che si è veramente rotto il sodalizio tra Fini e Berlusconi e, ripeto, il voto di domani sancirà questo evento».
Senatore Rutelli, appare evidente che con una manciata di voti di scarto il governo non potrà reggere per molto.
«E infatti la soluzione razionale di tutta questa vicenda dovrebbe essere il governo di responsabilità nazionale, per affrontare la crisi economica e sociale a cui è disponibile il Pd, e a cui farebbe bene a rendersi disponibile anche Berlusconi».
Berlusconi piuttosto che farsi da parte preferirebbe le elezioni.
«Il governo di responsabilità nazionale sarebbe l'approdo inevitabile anche dopo le elezioni. Infatti, se anche Berlusconi ottenesse il premio di maggioranza alla Camera, non riuscirebbe a vincere al Senato, proprio per il consenso che otterrà l'alleanza tra noi, Fli e Udc».
Intanto però nel terzo polo ci sono posizioni diverse sul testamento biologico: Fini da una parte e Casini dall'altra.
«Solo l'Unione è riuscita nel capolavoro di andare a sbattere sui Dico perché ne ha fatto una materia politico-ideologica e si è messa di traverso con mancanza di rispetto nei confronti della Chiesa. Noi vogliamo deideologizzare i problemi eticamente sensibili, risolvere i nodi aperti e comunque lasceremo ai nostri aderenti la libertà di scelta su queste materie».
Rutelli, finora ha parlato dell' esaurirsi del ciclo berlusconiano, che dice invece del suo ex partito, il Pd?
«Io credo che l'unica possibilità per il Pd di tornare a incidere sulla politica nazionale non sia certo rappresentata dall'alleanza che sta portando avanti con Vendola e Di Pietro».
E' vero che alcuni esponenti del Partito Democratico stanno veleggiando verso l'Api? Il senatore Milana, per esempio.
«E' una domanda che va rivolta a lui. Io, comunque, alla raccolta dei parlamentari in carica preferisco il lavoro sul territorio, che sta andando avanti molto bene. Del resto, sono molti i delusi del centrosinistra, che in questi due anni ha visto allontanarsi cinque milioni parte, ci raggiungeranno».
C'è chi dice che però il terzo polo sia un bluff, che ora i sondaggi gli attribuiscono delle percentuali che verranno drasticamente ridimensionate quando si andrà alle elezioni.
«Un progetto forte moltiplica i voti, le aggregazioni deboli li perdono per strada. Succederà come con la Margherita, tutti pensavano che prendesse poco e invece ha raggiunto il 14 per cento. Dopo il fallimento dei due poli nel Paese c'è un enorme spazio e desiderio della nostra offerta politica».
Ma chi è anti-berlusconiano, alla fine voterà per la sinistra, per il Partito Democratico, non per il terzo polo.
«La sinistra classica non può essere un'alternativa a Berlusconi».
Se è per questo Berlusconi non pensa che vi sia una possibile alternativa a se medesimo.
«Ripeto, anche se ce la farà per il rotto della cuffia, con un voto, non cambierà niente: un nuovo ciclo è cominciato. Ecco perché nessuno capisce per quale motivo il premier Berlusconi si sia accanito nella campagna acquisti. Oggi pare che si appoggi su due deputati dipietristi: la nemesi della rivoluzione liberale di Berlusconi. Una parabola impressionante che si conclude dove era iniziata: con l'offerta a Di Pietro di un ministero nel suo primo governo».