FRANCESCO RUTELLI

Il mio intervento in Senato sul nucleare


 

Intervento del sen. Francesco Rutelli durante la discussione del disegno di legge (2665) Conversione in legge del decreto-legge 31 marzo 2011, n. 34, recante disposizioni urgenti in favore della cultura, in materia di incroci tra settori della stampa e della televisione, di razionalizzazione dello spettro radioelettrico, di moratoria nucleare, di partecipazioni della Cassa depositi e prestiti, nonché per gli enti del Servizio sanitario nazionale della regione Abruzzo

Signor Presidente, intervengo per dichiarare il voto favorevole, ma anche per chiedere un chiarimento sostanziale al Governo. Mi rivolgo anche ai colleghi del Gruppo di Italia dei Valori, presentatori degli emendamenti, perché occorre comprenderci bene. L'eventuale reiezione di emendamenti che indichino in modo inequivocabile la conclusione del programma nucleare potrebbe - a mio avviso - reintrodurre quelle ambiguità di cui abbiamo parlato nel corso della discussione.

Chiedo, pertanto, che su tali emendamenti non venga espressa dal Governo una contrarietà nel merito, ma si espliciti il fatto che essi sono completamente inclusi nella proposta emendativa presentata dal Governo. Se così fosse, io sarei disposto a ritirare tutti gli emendamenti a mia firma (gli altri colleghi decideranno per parte loro). Peraltro, le dichiarazioni del collega Possa, oltre che del ministro Romani questa mattina, dovrebbero avere contribuito a sbrogliare quell'ambiguità di cui abbiamo sentito molto parlare. Se, però, così non fosse, se cioè l'argomentazione addotta dal Governo fosse di merito (adesso stiamo svolgendo le nostre dichiarazioni di voto sostenendo che qui si vota per cancellare effettivamente il programma nucleare), saremmo «da capo a dodici» rispetto al rischio legato all'interpretazione della volontà del Parlamento.

Sottolineo chiaramente al ministro Romani che, se il Parlamento rigetterà gli emendamenti esplicitamente soppressivi, sarà legittimo ritenere dinanzi alla Corte di cassazione che la reiezione di queste proposte emendative non va nella direzione di un superamento integrale ed effettivo dei quesiti referendari.

 

Signor Presidente, invito il Governo e il relatore a riconsiderare il parere contrario a questo emendamento.

L'emendamento dice che la successiva decisione da prendere, sulla base della nuova Strategia energetica nazionale, non potrà comunque essere assunta con un provvedimento di rango regolamentare, con un decreto del Presidente del Consiglio, o con un decreto ministeriale o interministeriale, ma con norma di legge. Mi pare così evidente! Stiamo abrogando raffiche di norme approvate nell'arco degli ultimi anni, e se il Governo desse il via libera ad una prospettiva di modificazione attraverso provvedimenti di rango inferiore a quello legislativo, pur da sottoporre alle Commissioni parlamentari, l'ordine di grandezza non sarebbe adeguato.

Vorrei quindi invitare i relatori e il Governo a riconsiderare il parere contrario.

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