Fnalmente un Governo. Ecco i fatti e le conseguenze
1. E' bene che l'Italia abbia un governo. 2. E' bene che sia guidato da una persona equilibrata, giovane ma di lunga esperienza politica. 3. E' male che i partiti non siano rappresentati dai vertici poltitici: si ripete l'errore del governo Monti, ma soprattutto dietro questa scelta si nasconde il proposito di tenerlo sotto minaccia da fuori. Il che sarà più facile per Berlusconi, che ha gestito con più intelligenza questa fase, e che avrà sempre la possibilità di "staccare la spina" qualora ritenesse di poter andare ad elezioni (con la seria possibilità di vincerle alla Camera).
4. E' bene che, dopo la carneficina dei candidati PD, sia tornato Napolitano al Quirinale, che aveva chiarissima la necessità di formare una grande coalizione. Noi di ApI avevamo previsto fosse la soluzione possibile, oltre un mese fa. 5. E' terrificante sintomo dei problemi politici della sinistra che ci siano voluti due mesi e molti danni collaterali prima di adottare, anche per il governo, l'unica soluzione possibile dopo il risultato elettorale, la grande coalizione: la stessa adottata nel mezzo della crisi economica in molti paesi europei (e, tra poco, probabilmente anche in Germania). 6.Quali problemi? La rottura della coalizione elettorale e il passaggio di Vendola all'opposizione - che noi avevamo previsto prima delle elezioni come inevitabile; un bis, ma in piccolo, delle coalizioni dell'Unione. Una conflittualità permanente a sinistra e un civettamento suicida coi grillini. Il che fermerà il ricambio nel PD, dove Renzi rischia di restare paralizzato mentre si proporrà un reggente o segretario di sinistra, che spesso criticherà il governo retto dal vicesegretario del PD... 7. La speranza, nell'interesse del Paese, è che il governo abbia la forza di fare riforme serie, anziché manutenzione, ed è giusto sostenerlo in chiave riformatrice. 8. La riforma della politica, intanto, potrebbe essere la cosa più interessante: anziché un ripristino - impossibile - del vecchio e fallito bipolarismo (Berlusconi-antiBerlusconi), la costruzione di nuove aggregazioni democratico-liberali basate su un'Agenda di cambiamento profondo. Per chi avrà idee, energie, capacità di aggregazione, questo vale la pena di fare.