Lettera a Repubblica: «Campi nomadi, da Alemanno tante promesse ma fatti concreti zero»
Caro direttore,
campi nomadi a Roma: Alemanno ha vinto anche su questo le elezioni. E, anche su questo, dopo 15 mesi al potere, agli impegni seguono promesse; alle promesse annunci contraddittori: infine, le retromarce. Finora, zero fatti concreti.
Da Sindaco della città, ogni volta che ho avanzato proposte o attuato decisioni sullo spinoso problema delle comunità rom mi sono trovato di fronte una Destra solo distruttiva: in qualche caso, esponenti della minoranza si presentavano fisicamente con un piccone per impedire la realizzazione di aree attrezzate. In campagna elettorale, l´attuale sindaco ha promesso che nella prima riunione di Giunta avrebbe decretato "l´espulsione immediata di 20.000 tra nomadi e immigrati che hanno violato la legge"; che avrebbe posto fine alle "spese folli per gli zingari"; che avrebbe "chiuso i campi nomadi abusivi, controllato rigorosamente e eliminato progressivamente quelli regolari". Era scontato che quelle promesse avrebbero portato facili consensi; ed anche che non le si sarebbe realizzate. Vediamo, in estrema sintesi, la folle sarabanda delle promesse. Su Repubblica (19 maggio 2008) Alemanno annuncia che "bisogna smantellare questi 65 campi nomadi abusivi". Nel luglio, annuncia lo sgombero del Casilino 900; a gennaio, si parla di uno spostamento entro l´estate; a maggio, se ne annuncia la chiusura tra gennaio e febbraio 2010; a giugno, l´assessore competente dichiara l´intenzione di "restringerlo del 60% ai primi di ottobre, ma aspettiamo il via ai lavori".
Intanto, al Casilino si fa un nuovo censimento. E´ il quinto in pochi mesi. Guardando più in grande: entro dicembre 2008, si annuncia, sarà varato il piano generale per spostare vari campi fuori del Raccordo Anulare. A dicembre si completa il censimento nei campi, affidato al Prefetto; ma a fine gennaio 2009 si reputa, da parte del nuovo Prefetto, Commissario Straordinario, che sia necessario un nuovo censimento. Il Sindaco aveva annunciato che le aree dei nuovi campi sarebbero state decise entro il 22 gennaio; ma il 25 aprile annuncia che la decisione sarà presa entro 15 giorni col Ministro Maroni ed il Prefetto. A metà maggio, il pur stimatissimo Prefetto è costretto ad augurarsi di individuare le nuove aree entro l´estate. Il Sindaco stabilisce "l´inizio dei lavori per il 1 giugno". Ad oggi, 22 luglio, non si conoscono le nuove aree. Intanto, dopo che nel maggio 2009 si era annunciato il trasferimento di alcuni campi in Comuni limitrofi (alcuni di essi, non precisati, si sarebbero dichiarati disponibili), del trasferimento non si ha traccia; in compenso, il 16 luglio il Sindaco annuncia che si trasferirà un campo in ciascuna provincia del Lazio. Non farò alcuna ironia sull'immancabile annuncio di trasferimenti futuri, ma in altre regioni.
Alcune domande: quanti bambini sono morti nei campi, per disgrazie o incuria, negli ultimi mesi? Solo da informazioni dolorose di cronaca, si è avuta notizia di cinque decessi. Quale obiettivo ha il Comune per portare a scuola e togliere dalla strada i bambini dei campi? Quanti finanziamenti prevede il Comune per la gestione delle aree attrezzate? E per fare cosa? Per ora, si stanno riqualificando 7 campi già esistenti, a valere su un piano di spesa le cui cifre oscillano tra i 10 e i 24 milioni complessivi. Quanto costerà la "sorveglianza affidata a privati" di cui si parla? E che autorità e poteri avrebbero in queste aree difficili dei vigilantes privati? Cosa si fa dei mini-insediamenti completamente abusivi che sorgono in continuazione? Il Prefetto Mori ha sostenuto che è inutile spostarli se non vi sono posti attrezzati dove mandarli. E´ vero che tra le 2 misteriose nuove aree e le 7 esistenti e "autorizzate" si dovrebbero ospitare circa 6-7.000, anzi (dati di giugno 2009) 8.000 persone? Chi aveva promesso di decidere, finora brilla per indecisionismo. E illusionismo.