Intervista al Messaggero: «Serve una svolta costituente»
«Sanità, rifiuti, occupazione, per risolvere i problemi i due poli non bastano»
«C'è bisogno dei fondamentali», dice Francesco Rutelli. Sbagliato se il pensiero corre al calcio. C'entrano le regionali, c'entra il Lazio. «C'è bisogno di una svolta. E io la propongo».
Svolta per fare cosa?
«Per risolvere i problemi. Vede, a differenza del Comune, organismo amministrativo per eccellenza, la Regione è l'agenzia di sviluppo del territorio. E' la forza della programmazione e dello sviluppo di un territorio di quasi sei milioni di abitanti. Che certamente ha il suo perno in Roma capitale d'Italia ma che ha anche una sua realtà più complessa, molto più ricca. Chi governa la Regione deve dunque predisporre una strategia di sviluppo: esigenza che in questi ultimi dieci anni, inutile nasconderselo, ha vissuto una grande difficoltà. La giunta Marrazzo, al di là della sua drammatica e per me davvero traumatica e triste conclusione, ha certamente portato dei miglioramenti su tanti importanti capitoli. Ma i fondamentali, a mio avviso, le due mezze mele così come oggi sono, ossia i due schieramenti di centro-destra e centro-sinistra, temo non siano di grado di affrontarli e risolverli».
Ma questi fondamentali cosa sarebbero?
«Cominciamo dalla sanità. Il 70 per Cento del bilancio regionale è spesa sanitaria, e l'amministrazione regionale è condizionata, comandata di fatto dalla gestione di questo comparto. La giunta Storace, come è noto, aveva lasciato in eredità dieci miliardi di debiti. Per risanare avendo come priorità il miglioramento del conto economico e soprattutto il servizio offerto ai cittadini, ci voleva uno sforzo titanico che pure è stato perseguito non senza difficoltà: è saltato l'assessore, ci si è dovuto impegnare Marrazzo in prima persona e così via. La consapevolezza di avere un bilancio che per sette decimi è il rubinetto della spesa sanitaria ha bisogno di una straordinaria operazione di risanamento e riorganizzazione a tutela dei cittadini. Soprattutto ha bisogno di trasparenza, perché l'intermediazione politica nella sanità resta insopportabile. E lì c'è una parte di spesa ingiustificata. C'è una interferenza politica che non può essere rimossa se non con interventi straordinari. La politica deve guidare la sanità ma non la può gestire direttamente».
Va bene. E gli altri?
«Indubbiamente al primo posto c'è la questione rifiuti. Secondo Bertolaso serve un inceneritore in più, altri dicono di no. Resta che il piano rifiuti deve essere adottato dal Consiglio regionale. Molte cose sono state fatte ma la raccolta differenziata deve arrivare al 50 per cento ed è sotto il 20. C'è una aura ingiustificata dei termovalorizzatori, e quello di Albano è fermo. Poi le infrastrutture. C'erano due grandi cose da fare nel Lazio, la prima verso il sud l'altra verso il nord. Per il sud l'autostrada Roma-Latina e la trasversale Cisterna-Valmontone. Purtroppo in dieci anni non è stata messa neanche la prima pietra: solo litigi, consorzi che nascono e poi vengono rimossi, contenziosi infiniti eccetera. A nord il nodo è il secondo aeroporto del Lazio. Si è deciso Viterbo, con la nuova ferrovia; poi però è sorto un mezzo compromesso per fame un altro regionale anche a Frosinone. Intanto Ciampino scoppia e rischiamo di perdere i collegamenti low cost con la Capitale e con il resto del territorio».
Finito?
«No. C'è un quarto grande tema: il turismo. Serve un piano d'urto, straordinario, che mobiliti l'intera economia romana e regionale per il rilancio di questo settore. Un piano che può portare ventimila nuovi posti di lavoro. Infine l'ultima emergenza: utilizzare i risparmi ottenuti sulla sanità che dicevo prima per rendere più sopportabili gli effetti della crisi economica. Crisi che non è finita, ci sarà una fase di difficoltà dovuta alla chiusura di tante piccole imprese, dal calo dei consumi, dal ristagno dell'edilizia e così via. C'è dunque bisogno di investimenti specifico a tutela della occupazione e un sistema di ammortizzatori sociali per Roma e la regione».
Messa così, sembra che questi fondamentali siano senza soluzione. Lei stesso dice che da dieci anni stanno li e fanno paura...
«Per affrontare e risolvere quelli che ho definito i fondamentali serve una legislatura costituente. Che sia eccezionale, di unità su un programma condiviso nella quale centro-destra e centro-sinistra identifichino un candidato presidente; definiscano un piano straordinario per allontanare il rischio di un fallimento e di paralisi derivante dal macigno sanità. Nessuna delle due mezze mele è in grado di farlo. Serve dunque una personalità in grado di unire per cinque anni, con una convergenza programmatica credibile e con la capacità di dare risposte efficaci».
Lei ce l'ha già il nome?
«Sì: Linda Lanzillotta. Una donna capace ed autorevole, con un curriculum di grandissimo rispetto: è stata assessore al bilancio del Comune; capo di gabinetto di Giuliano Amato; ministro della Funzione pubblica. Una donna stimata da tutti. Insisto: nessuna delle due mezze mele, con il fardello dei conti che si ritrova la regione, può pensare di risolvere problemi incancreniti».
Sia sincero: quanto è credibile e perseguibile questa sua proposta?
«So di trovare attenzione e riflessione da parte di Casini. penso che alcune delle riflessioni fatte da Massimo D'Alema siano in linea con i nostri convincimenti».
Stiamo parlando di centro-sinistra. Intanto per il PdL ha già candidato la Polverini.
«Ho grande rispetto per lei. Ma dico che per quanto si sia bravi, con le premesse che ho illustrato, quello scenario di difficoltà e non soluzione dei fondamentali non potrebbe che ripetersi nei prossimi cinque anni. Penso che nei momenti difficili occorra volare alto. Alleanza per l'Italia, il movimento che abbiamo costituito sta preparando la sua modalità di partecipazione alle elezioni regionali, Lazio compreso. Noi valuteremo anche in base alle risposte la collocazione e le alleanze. Nasciamo per superare una situazione bloccata a livello nazionale. L'odio, l'indisponibilità, l'avversione, la conflittualità quotidiana alla fine spingono entrambe le coalizioni a subire i ricatti delle estreme, e a non essere in grado di trovare le soluzioni più in sintonia con le necessità dei cittadini. Proviamo a voltare pagina».