FRANCESCO RUTELLI

L'ora del centro progressista. Il mio intervento su "Europa"

Un mio contributo sulla convention democratica americana di Charlotte pubblicato sul quotidiano "Europa"

Nella convention democratica dunque, si è affermata una linea di «progressive centre». Alla vigilia dell'appuntamento di Charlotte, i democratici apparivano di fronte a un bivio: se scegliere una contrapposizione frontale contro l'agenda conservatrice dei repubblicani per rivitalizzare quei milioni di elettori oggi un po' disillusi (giovani, neri, latinos), così da fare il pieno di voti popolari, schierandosi retoricamente dalla parte del 99% (contro l'1% dei ricchi).

La seconda strada: cercare di tenere unita e mobilitata la base progressista, ma puntare sul recupero di indecisi, elettori indipendenti, classe media. La trionfale accoglienza al discorso di Bill Clinton ha fatto comprendere che i democratici americani puntano soprattutto su una operazione-verità. E il discorso finale di Obama, con molto realismo e poco populismo, ha consolidato questa scelta.

La campagna elettorale è lunga e inizia sotto auspici non positivi per i dati piuttosto deludenti sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Ma forse si può dire che l'Obama che ha scelto come slogan «forward», rappresenta il secondo tempo della sua sfida presidenziale, non rinnegando l'evocazione della speranza e del cambiamento con cui aveva vinto le prime elezioni nel 2008, proprio puntando sulla operazione-verità.

Qualcuno potrà notare che «forward » ha lo stesso significato di Kadima, ovvero «avanti». E forse l'idea che i democratici propongano di far andare avanti, far progredire, far guardare al futuro l'America è il modo migliore per indicare a centinaia di milioni di americani il rischio che il paese possa tornare indietro. Ovvero scegliere la strada della frattura anzichè quella della cooperazione che nei suoi momenti migliori i democratici - da ultimo con Clinton che ha di nuovo messo al centro questo concetto nelle parti più forti del suo discorso allaconvention - hanno veramente fatto progredire il sogno e la realtà americana.

C'è un rischio, naturalmente, in questa scelta: che ulteriori segnali negativi per l'economia e per l'occupazione radicalizzino la battaglia e rendano più stretti i margini del consenso moderato e non-partisan che era stato decisivo negli anni dell'espansione economica e della «Terza via» politica. Però, anche se vedremo salire gli accenti nelle prossime settimane e galoppare gli araldi dello scontro frontale contro il ticket Romney-Ryan, è molto significativo che Obama abbia scelto un profilo presidenzialesenza nascondere le difficoltà che sono davanti all'economia internazionale e al paese, e rifiutando il terreno della demagogia.

Chi pensava ad un'America tagliata fuori dalle prospettive di crescita economica, dalla capacità di giocare la partita del «secolo del Pacifico» e dalla incapacità di uscire dalla super- partigianeria politica ha avuto dalla convention democratica una eccellente risposta.

Francesco Rutelli

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