«Liberalizzare, no a nuovi Ordini»
Stamane l' Aula del Senato ha esaminato un disegno di legge che introduce cinque nuovi ordini professionali: infermieri professionali, ostetriche, professioni sanitarie della riabilitazione, tecnici sanitari di radiologia medica, professioni tecniche-sanitarie della prevenzione. La relatrice del ddl, la senatrice del Pdl Laura Bianconi ha spiegato che il provvedimento (che riunisce proposte del Pdl, della Lega e dell' Idv ) intende «eliminare le disparità di trattamento tra le diverse professioni sanitarie già organizzate in ordini e collegi, capaci per proprio ordinamento e finalità di fare della lotta all'abusivismo una priorità».
Ai cinque nuovi ordini è confermata la natura giuridica degli ordini quali enti pubblici non economici, a carattere nazionale, ausiliari dello Stato, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria e organizzativa, secondo quanto previsto dai rispettivi statuti. In sede di dibattito generale, il leader dell' ApI Francesco Rutelli ha osservato che questo provvedimento va in «controtendenza» con la stessa manovra che la Camera si accinge a votare e ne ha chiesto il ritiro.
«Sarebbe questa la rivoluzione liberale di cui si fa portatrice l'attuale maggioranza?». Così Francesco Rutelli, presidente del gruppo del Terzo Polo al Senato, «affonda» il Ddl sui nuovi ordini professionali in campo sanitario. «E' impensabile portare avanti questo provvedimento come se non ci trovassimo in una tempesta di crisi economica, che diventa crisi sociale e che ci impone di ripensare tutto il sistema ordininistico, e non di aggiungere altri cinque Ordini e venti Albi professionali a ciò che già esiste».
Rutelli si chiede «come sia compatibile una scelta del genere con l'orientamento assunto dal governo, che a corto di proposte dal punto di vista della crescita economica, ha detto, scritto ed approvato con la manovra su cui ha posto la questione di fiducia, che proprio l'accesso alle professioni deve diventare il primo tagliando per la crescita. Ma qui non stiamo facendo il tagliando per la crescita; piuttosto stiamo dando un altro taglio alla crescita».
Una regolamentazione «leggera e non quella contenuta nel provvedimento in esame serve a dare le garanzie riguardanti la deontologia, la certificazione o la presa d'atto della formazione, riguardanti la tutela degli utenti e i controlli di qualità delle prestazioni che si fanno. Ma serve istituire 5 Ordini e 20 Albi per fare questo?», conclude il leader di ApI.
Su richiesta della relatrice Laura Bianconi (Pdl) il presidente del Senato, Renato Schifani, ha infatti sospeso l'esame del disegno di legge. «Dopo l'articolato dibattito e le dichiarazioni del senatore Rutelli, che ha ammesso di essere stato nel 2006 l'artefice della sospensione delle deleghe da parte del Governo per l'emanazione dei decreti necessari per l'emanazione di nuovi albi professionali in ambito sanitario - ha spiegato la relatrice - ho ritenuto opportuno chiedere una sospensione all'esame del provvedimento, per evitare che venga archiviato come vorrebbero Rutelli e pochissimi altri colleghi».