FRANCESCO RUTELLI

Intervista sull'Unità: «È la fine di un impero»

Il leader di ApI: «L'ultimo atto sarà in Parlamento»

Il leader dell'Api: «li premier si porta dietro 50 punti di spread al giorno spero che i suoi se ne rendano conto. Ma va evitato il bis del 14 dicembre» Stavolta quelli che decideranno di mettere il proprio nome su questa ennesima vergogna rischiano la Colonna infame». Francesco Rutelli, leader di Api, parla durante la pausa tra un vertice con Casini e uno con Bersani e Fini. Racconta che mentre andava alla Camera è stato fermato da decine di persone comuni e tutte gli chiedevano la stessa cosa: «E arrivato il momento? Se ne va?».

Senatore, se ne va o lo mandano via?
«È sicuramente arrivato alla fine dell'impero, non credo che sia lui ad andarsene ma spero proprio che sia il Parlamento a porre fine a questo governo».

Oggi (Ieri per chi legge, ndr) ha ripreso quota il governo Letta e il Pdl ovviamente guarda a voi del Terzo polo. Se è questo lo scenario che farete? Direte sì?
«Ha fatto bene Casini a dire che la parola è al Capo dello Stato. La partita si deve concentrare sul venir meno del sostegno a Berlusconi e la palla è nel campo del centrodestra. Spero che i suoi parlamentari si rendano conto che il premier si porta dietro 50 punti di spread al giorno».

Ha visto la fibrillazione del mercati all'annuncio poi smentito delle dimissioni di Berlusconi?
«Una dimostrazione pratica di quanto ci costa. Alla notizia delle dimissioni lo spread è diminuito, quando è arrivata la smentita è di nuovo schizzato in alto. La soluzione non può che essere all'interno della loro maggioranza: devono tradurre in comportamenti quello che ci dicono ogni giorno alla Camera e al Senato».

Cosa dicono?
«Che è finita, che è necessario staccare la spina. Se ne sono resi conto con chiarezza, adesso è il momento delle decisioni conseguenti».

Le rifaccio la domanda. Un governo di transizione con Letta avrebbe il vostro appoggio?
«Spetta al presidente Napolitano indicare la soluzione, io posso fare una considerazione politica. Per quanto io stimi personalmente Letta, non credo che possa creare le condizioni di discontinuità che tutti ci chiedono. Inoltre, come ha sottolineato Casini, non si fa nessun governo di unità nazionale senza il Pdl e il Pd e poiché il Pd ha detto che non appoggerà un governo Letta la questione mi pare destinata a non aprirsi».

Intanto state lavorando ad una mozione di sfiducia. La presenterete domani (oggi per chi legge, ndr)?
«Decideremo dopo il voto sul rendiconto del Bilancio. Vedremo i numeri e adotteremo anche coni dissidenti del Pdl la decisione più efficace. In ogni caso va evitato un bis del 14 dicembre di un anno fa. Oggi le condizioni sono tutte cambiate ma la scelta dovrà essere quella che mette la parola fine».

Lei si è rivolto agii indecisi. Li invita a riscoprire li coraggio della libertà. Berlusconi dice voglio guardare negli occhi chi mi sfiducia. Bella sfida.
«Berlusconi dal suo punto di vista fa bene perché almeno un certo numero li ha nominati e quindi adesso vuole richiamarli ad una estrema fedeltà. Ma c'è anche gente eletta con l'ldv, con il Pd e l'Udc, che fa parte di quelli che oggi vuole guardare negli occhi. Sa bene che la sua maggioranza si regge anche su persone che alle elezioni si sono presentate contro di lui. È lo stesso motivo per cui con questa maggioranza non si riescono a votare le norme per il dimezzamento del numero dei parlamentari e dei costi della politica, misure che la gente ci chiede ma che Pdl e Lega si guardano bene dal votare».

Se li immagina gli Scilipoti con gli occhi dl Berlusconi puntati addosso che votano no alla fiducia?
«Nel resto del mondo in un momento come questo, di grave crisi globale, la parola è ai parlamenti. E' successo in America, dove il Parlamento ha fatto il compromesso sul debito; è successo in Grecia dove hanno trovato l'intesa per stabilire un governo di unità nazionale ed è successo in Germania con la Merkel davanti al Bundestag a chiedere il via per il fondo salva Stati. Aggiungo che la Merkel ha incontrato i gruppi di opposizione proprio per rispetto al Parlamento. Forse è proprio in questa situazione drammatica per il futuro del Paese che il Parlamento può cogliere l'occasione per recuperare la sua libertà».

Pisanu ha dato segnali chiari. Si è detto pronto a votare una mozione di sfiducia che apra la strada a un governo di unità nazionale e In sostanza si è chiamato fuori dal Pdl.
«Pisanu ha deciso di esprimersi in maniera inequivocabile e ha scelto la sede del Terzo Polo. Mi sembra una posizione limpida e molto coraggiosa».

Arriveranno altri coraggiosi?
«Penso che la somma della pressione internazionale, che è clamorosa, e della gente comune, farà entrare in questo bunker dove si è rinchiuso Berlusconi dell'aria fresca. Io li capisco quelli che hanno ancora dubbi, coloro che si sentono umanamente legati al premier e alle scelte di questi anni, ma come faranno a camminare in mezzo alla gente se continuano a sostenere questo governo che è la causa principale dei nostri guai?».

Rutelli e se con la crisi si arrivasse al voto anticipato?
«Spetterà a Napolitano cercare di capire su chi ma soprattutto su cosa si può costruire il consenso. A quel punto si dovrà verificare che so un governo di salvezza nazionale ci sia non solo la convergenza dell'opposizione ma anche del Pdl, con numeri ampi, perché si deve essere certi che ci siano le condizioni per prendere le misure necessarie a mettere in sicurezza il Paese. Un governo così dovrebbe operare per quindici mesi, tradurre in legge e riforme concrete gli intenti. Se non si verificano tutte queste condizioni allora si va al voto».

E Il Terzo Polo come si posiziona a quel punto?
«Di sicuro il Terzo Polo non andrebbe a sostegno della coalizione di Berlusconi, ma è sostanzialmente probabile che non vada neanche in un'alleanza di sinistra. Tuttavia confido nella possibilità di un governo di transizione e sono sicuro che con un anno di tempo davanti gli scenari siano tutti da scrivere».

di Zegarelli Maria

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