FRANCESCO RUTELLI

«Da Terzo Polo sostegno senza condizioni»

L'intervento del sen. Francesco Rutelli in dichiarazione di voto sulle mozioni di fiducia concernenti le comunicazioni rese dal Presidente del Consiglio Prof. Mario Monti.

Signor Presidente,
Signor Presidente del Consiglio,
è motivo di gioia poterLa chiamare in questo modo nell'Aula del Senato. A Lei e ai membri del nuovo governo, a nome dei senatori del Gruppo per il Terzo Polo formato dai rappresentanti di Futuro e Libertà ed Alleanza per l'Italia, l'augurio sincero, la nostra chiara, solida, determinata volontà di sostegno.

Dichiaro subito che è un sostegno pieno. Non è condizionato. E non è a termine: crediamo che il governo debba lavorare sino alla conclusione della Legislatura. Noi condividiamo le sue dichiarazioni programmatiche, in cui vediamo tre compiti fondamentali: affrontare la crisi economica; affermare la nostra credibilità europea e internazionale; condurre una stagione politica di vera e propria riconciliazione nazionale.

Porre mano alla drammatica condizione dell'economia significa evitare che le criticità nella finanza pubblica e in quella privata si traducano in una stretta tremenda, per le attività produttive, il lavoro, per tutta la società italiana. Dunque, si debbono associare - come lei ha detto - l'equilibrio dei conti pubblici e la cura della coesione sociale  con la ripresa della crescita economica, sapendo bene che le reali previsioni indicano un 2012 sottozero.

Ritrovare una completa capacità di collaborazione  internazionale, di fiducia e integrazione con le istituzioni e i paesi dell'Unione europea significa presentare politiche e riferimenti stabili e autorevoli. Perché tutta l'Europa soffre, ma l'Italia è da tempo il punto più critico e pericoloso della sofferenza europea. Stabilire una tregua, dopo una troppo lunga e fallimentare stagione di bipolarismo guerriero, significa interrompere la conflittualità e condividere in Parlamento le decisioni da prendere nei prossimi 16 mesi.

Non è la prima volta che un Governo raccoglie larghe maggioranze, nella storia della Repubblica. E' accaduto subito dopo la guerra, con la leadership straordinaria di Alcide De Gasperi. E' accaduto nella terribile stagione del terrorismo, quando il Parlamento condivise - non senza tormenti - la strada proposta da Moro e Berlinguer. Si tentò poi di affrontare le difficoltà della crisi politica ed economica della prima metà degli anni '90 con maggioranze più larghe, all'avvio della cosiddetta "seconda Repubblica".

Cos'è, dunque, il Suo governo, che Lei ha definito oggi "di impegno nazionale"? Si è certamente formato come governo del Presidente. Venuta meno la maggioranza, il Capo dello Stato ha dovuto e saputo assicurare una rapida ed efficace soluzione. Con i voti di oggi e di domani, il suo diventa un governo pienamente politico. Un governo del Parlamento, dove trae la sua legittimazione e dovrà proporre e fare approvare da una maggioranza politica di unità nazionale le riforme indispensabili al paese.

Certo: noi del terzo Polo, di ApI, FlI, UdC, MpA, avremmo preferito che fosse raccolta la Sua preferenza, di avere nel governo anche personalità rappresentative dei partiti che la sostengono;  pensiamo che così si sarebbe semplificata la strada che porta a tenere a bada il settarismo politico. E non siamo ipocriti: sappiamo anche che la non indicazione di viceministri e sottosegretari da parte delle forze politiche è, più che una scelta, una prova di debolezza da parte di chi si è trovato in difficoltà nel comporre le diatribe interne.

Ma non è più il momento delle polemiche. E' il momento di cambiare passo. E di farlo nel Parlamento. Fino a ieri, in quest'Aula ci siamo divisi. Ci siamo contrapposti, anche duramente.

Da oggi, se non cambia il nostro giudizio su ciò che è stato - su una ex-maggioranza che non ha realizzato le riforme che aveva promesso -, da oggi, siamo tutti chiamati a collaborare per il bene del paese. Noi ci abbiamo creduto dall'inizio, con la nascita della nostra coalizione. Siamo pronti a farlo con voi. Io tendo la mano ai colleghi del PdL - e anche a quelli della Lega, se vorranno recuperare un'attenzione all'interesse generale.

Posso farlo, non più con lo spirito della differenza, sapendo che si trovano nel nostro gruppo sia senatori eletti come opposizione, sia colleghi che a viso aperto hanno motivato il loro distacco dalla maggioranza che avevano contribuito a formare. Ma con lo spirito della convergenza, che abbiamo anticipato, se  è vero che lavoriamo insieme, coloro che sono stati i sostenitori dei due candidati Sindaci della Capitale che iniziarono la contrapposizione di questi 17 anni: chi vi parla, e Gianfranco Fini. E certamente Lei lo ha colto nella qualità delle proposte riformatrici contenute, pur brevi ed essenziali, negli interventi dei colleghi Baio, Germontani, Valditara, e del Presidente Baldassarri.

Noi vi tendiamo la mano. E diciamo assieme ai colleghi del Partito Democratico: questo è il governo che rappresenta noi tutti. Corriamo allora, insieme, il rischio dell'unità. Non assecondiamo gli istinti della faziosità: questo non solo non dovrà essere un governo di parte, dovrà essere il governo del coraggio delle riforme strutturali. Signor Presidente del Consiglio, noi ci aspettiamo che Lei indichi la strada su cui dovrà muoversi il Paese per avere un futuro sicuro. Che indichi i cambiamenti, le missioni strategiche, l'identità e i compiti dell'Italia nel mondo difficile del XXI secolo. Lei è un liberale, nel senso dell'economia sociale di mercato.

La stimiamo, perché ha indicato le grandi opportunità per la crescita e l'occupazione con il mercato interno europeo, e perché nello stesso tempo ha saputo colpire le pretese di monopolisti e poteri non trasparenti. Sappiamo che non avrà vita facile; che avrà bisogno di politica, perché, per quanto autorevoli, non basteranno gli editoriali dei giornali a smobilitare le piazze, o a cancellare gli scioperi. E, vedrà, presto si toglierà la giacca delle conferenze per indossare un abito da combattimento, pur senza perdere il suo aplomb e la sua eleganza.

Presidente Monti, noi ci fidiamo di lei e del nuovo governo, e dunque vi accordiamo il nostro voto di fiducia. Vi sosterremo lealmente. Confidiamo che possa iniziare oggi una stagione politica della serietà, della responsabilità, dell'unità per il bene comune, che milioni di italiani stanno attendendo con ansia e con speranza.

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