FRANCESCO RUTELLI

Intervista al Corriere della Sera: «Regionali: ecco le nostre condizioni»

Allora, senatore Rutelli, la sua Alleanza per l'Italia con chi si schiererà nelle elezioni regionali?
Una previsione. L'affluenza sarà più bassa. Le Regioni sono percepite come centri di spesa e di potere, mentre dovrebbero essere agenzie di sviluppo dei territori. L'unico dibattito riguarda i candidati. E gli schieramenti sono in evidente crisi e privi di progetti decenti.
 
Ancora la domanda: col centrodestra o col centrosinistra?
Noi siamo all'opposizione di questo governo ed è chiaro che c'è una preferenza per il centrosinistra. Ma non è obbligata. Oggi riuniremo il nostro gruppo dirigente per varare un programma chiaro e forte. Partiamo da tre punti. Primo: tagli alla spesa. E tempo di togliere la politica dalla sanità e affidare le nomine nelle Asl ad agenzie indipendenti. Chiediamo ai candidati l'impegno a ridurre drasticamente il numero delle province. Vanno chiusi gli uffici decentrati e di rappresentanza all'estero delle regioni. Secondo: una seria politica per la famiglia. Oggi chi fa figli è svantaggiato e le famiglie sono sole rispetto al disagio giovanile, al boom di droghe e alcool. Terzo:riduzione del carico fiscale a piccole e medie imprese. Vediamo chi ci starà. Solo su queste basi siamo pronti a partecipare, e decideremo con chi allearci, se batterci da soli, o non presentare liste...
Un esempio: nel Lazio con Emma Bonino, sua ex collega radicale, o con Polverini e quindi col centrodestra?
La Bonino oggi è candidata solo dai radicali, ogni risposta sarebbe prematura. Quanto alla Polverini, peccato che abbia impostato una candidatura in modo così convenzionale, legata allo schieramento di destra; incluso Storace, che ha dato una prova disastrosa alla Regione Lazio. Meglio se avesse creato, dopo la delusione di Marrazzo, una coalizione civica, ancorata ai problemi del territorio: sanità, ambiente, rifiuti, viabilità, il secondo aeroporto. Ma anche ci dimostra la mia tesi. Questo bipolarismo è consumato e in crisi.
 
Ma lei personalmente voterà. per Emma Bonino?
Ho già risposto. Non so nemmeno se sarà candidata.
 
Ma dov'è la fine del bipolarismo? I blocchi sono ancora li, ben chiari...
Ben chiari? Nel Pdl è evidente il tramonto della destra liberale e lai vittoria schiacciante della Lega in chiave populista e xenofoba. Lo scontro Berlusconi-Fini è aperto, col secondo in evidente difficoltà in un partito ormai completamente berlusconiano. Nel Pd, chi ha perso rema contro, il partito è incapace di sganciarsi dalla tradizione post-Pci e pensare al XXI secolo, si lascia dettare l'agenda dal dipietrismo-travaglismo. Ecco perché queste regionali saranno l'ultimo capitolo di coalizioni al tramonto.
 
L'Alleanza per l'Italia secondo qualcuno vira verso il centrodestra. Per esempio in materia di immigrazione.
No. La differenza tra noi e le posizioni xenofobe della Lega è totale. Ma il politically correct del centrosinistra ha provocato molti danni. Come si fa a negare che una classe con 15 bambini che non parlano italiano non può funzionare? Oppure, il problema che emerge in tutta Europa, di fronte all'Islam che rifiuta la laicità e la parità uomo-donna?
 
Capitolo Casini. Sembra che si muova autonomamente da lei, senatore. Deluso dal suo comportamento? Vicini al divorzio?
No, anzi. Continueremo insieme a cercare di dar vita, nei prossimi anni, a un polo nuovo, potenzialmente molto largo: liberale, democratico, riformatore, popolare, ancorato al centro e non alle estreme. Capace di accogliere i delusi dei due schieramenti. Casini, intanto, difende il suo partito. Lo capisco, anche se deve pagare qualche prezzo alla tattica politica.
 
Lei sente spesso Fini. Anche lui approderà da voi?
Cresce la crisi tra lui e Berlusconi. Non tocca a me dire cosa farà Fini, ma creare le condizioni perché la nuova formazione posta accogliere chi è a disagio nei due poli e ha idee comuni.
 
Lei parla di fine del bipolarismo. Ma il Pdl è compatto intorno a Berlusconi che continua a vincere. Blisognerà attendere la ancora lontana conclusione della sua parabola politica per il varo del nuovo raggruppamento?
No. Se vogliamo cambiare l'offerta politica, occorre cominciare adesso. Anche cogliendo occasioni come la riforma fiscale. Noi siamo pronti ad appoggiare le due aliquote promesse da Berlusconi ormai i6 anni fa. Semplifichiamo, riduciamo le tasse al lavoro e all'impresa, incentiviamo il contrasto all'evasione.
 
Torniamo alle regionali. Prendiamo il caso Puglia...
Vendola ha tutte le ragioni per difendere la sua esperienza di governo. E' lì grazie alle primarie: come fa il Pd a cacciarlo con un decreto politico, sostituendolo col candidato che lui aveva sconfitto?
 
Ciò significa che votereste per Vendola?
Come si fa a dirlo? In quel caos, neppure si sa chi sarà candidato.
 
In quanto alle altre Regioni?
Vedo un Pd con un atteggiamento negativo verso di noi, ad esempio, in Liguria. O in Basilicata, dove le rilevazioni ci danno attorno al 10%. Se vogliono discriminare ApI, non escluderemo alcuna soluzione. In Veneto guardiamo con interesse alla proposta Cacciari per Giuseppe Bortolussi. Comunque riteniamo allarmante, un autentico fattore epocale, la prospettiva che Veneto e Piemonte vadano alla Lega. Quanto al resto, tutto dipende dai programmi concreti. Se pensano alle Regioni, gli italiani hanno in mente la spesa sanitaria: tre quarti dei bilanci regionali, 110 miliardi annui. Eliminando le interferenze della politica, si potrebbe abbattere il costo del 15-20%. Miliardi da investire per fronteggiare la crisi del lavoro e delle piccole imprese. Questa è la nostra proposta innovativa, non inchiodata a una logica di schieramento. Prendere o lasciare...
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