Rutelli: «Nuovo Polo può diventare il primo»
Una larga alleanza potrebbe riavviare il Paese
«Se oggi, a 74 anni, Berlusconi passasse la mano, guadagnerebbe senz'altro in reputazione". Lo dice Francesco Rutelli in una intervista pubblicata sul numero di marzo del mensile free press Pocket, diretto da Daniele Quinzi. «Berlusconi - osserva Rutelli - ha una sfilza fin troppo lunga di consiglieri. Se penso ai suoi avvocati, poi, direi che gli converrebbe ridurla, più che aumentarla. Stando all'opposizione gli dico: è arrivato il momento di fare un passo indietro. E non per le inchieste o per il bunga bunga, ma perché il Paese è stremato, alla paralisi. Lui è arrivato al potere 17 anni fa. Ha governato per 8 degli ultimi 10 anni. Se fosse uno statista, si farebbe promotore di una riconciliazione nazionale a partire dal ricambio del premier».
«Ogni volta - aggiunge il leader dell'Api - si riparte sempre da Vicolo Corto: riforme zero, liberalizzazioni neanche a parlarne, crescita sotto i tacchi, di infrastrutture meglio tacere. E il fisco? E le riforme della giustizia a beneficio di tutti i cittadini? Nessun investimento serio per cultura, scuola, università, ricerca, tecnologia. Crescono, invece, le spese e le tasse locali: il federalismo "a la Bossi" rovescia le promesse. Il fatto è che questa contrapposizione gladiatoria tra una destra populista e una sinistra sempre più radicalizzata sta portando l'Italia su un binario morto. Per questo - conclude - ci vorrebbe una larga alleanza, su un'agenda per la crescita economica, per riavviare il Paese».«Neanche siamo nati, e i sondaggi ci assegnano il 15-20%. Ma sono sincero quando dico che questa coalizione, in prospettiva, può diventare non il terzo, ma il primo polo italiano». Lo dice Francesco Rutelli. «Calcoliamo - afferma - che il nostro vero spazio di crescita risiede in quel 40 per cento e oltre di italiani che oggi non si dichiarano nei sondaggi o si dicono sfiduciati. Il fatto che oggi io e Fini ci siamo ritrovati insieme, ognuno con la sua storia e i propri valori, significa che i tempi sono maturi perchè il futuro del Paese faccia finalmente premio sul nostro passato. È naturale che Fli peschi più nell'elettorato di centrodestra, così come l'UdC al centro e ApI tra i moderati, i liberali e i riformisti di centrosinistra. Siamo d'accordo sui fondamentali dell'economia; sulla politica estera; su sicurezza, legalità e integrazione; sui principi costituzionali. Potrei continuare. Ma se non lavoriamo insieme, come potremo far nascere anche in Italia Kadima? Il partito che ha unito Simon Peres e Sharon. E che, in ebraico, significa domani».