Lettera a Bronislaw Geremek
Contributo alla pubblicazione dell'Alliance of Democrats and Liberals for Europe dedicata a Bronislaw Geremek - Ottobre 2008
Caro Bronislaw, è difficile esprimere in pieno la gratitudine e l'ammirazione per la Tua storia personale, per il Tuo impegno civile e per le Tue battaglie politiche.
Se oggi esiste in Europa una rinnovata forza delle idee liberal-democratiche, promotrici di una visione moderna del servizio pubblico, pragmatica ed ambiziosa al contempo, è anche grazie al Tuo impegno e alla Tua testimonianza di una vita intera. Ricordo con emozione gli incontri a Bruxelles, in vista della creazione dell'ALDE e del Partito Democratico Europeo. Così come il Tuo intervento appassionato al seminario di Roma sul futuro delle relazioni transatlantiche, testimonianza di una coerenza che non si icrina, e che si aggiorna incessantemente rispetto alle sfide del tempo. A Te dobbiamo molto, caro Bronislaw.
I Tuoi occhi luminosi: quelli di chi ha conosciuto il Bene e il Male. Di chi ha attraversato il XX secolo con i suoi orrori, ma ha avuto il coraggio e il tempo di piantare un nuovo seme della speranza. Tu, salvo per miracolo dall'Olocausto, perseguitato ed umiliato dalla polizia politica, accusato vigliaccamente di tradimento, non hai mai smesso di amare il Tuo Paese e non hai mai smesso di credere nella forza che muove gli uomini. Sei stato un autentico eroe dell'umanesimo liberale, un intellettuale acuto, geloso della propria capacità critica. Ma sei stato, soprattutto, un grande patriota della Polonia e un grande patriota dell'Europa.
Ti ricorderò, Bronislaw, come uno di quei personaggi anticonformisti che attraversano la storia del nostro Continente, per lasciare segni ed insegnamenti duraturi. Sei stato uomo di pensiero e d'azione, sempre schierato sul fronte delle libertà, a Varsavia come a Bruxelles. Hai creduto nell'Europa, nel suo ruolo di potenza civile, di faro morale nonostante le guerre fratricide e le tragiche divisioni del secolo scorso. E hai sollecitato tutti noi a promuovere un'integrazione più forte, a lavorare per un'Europa più autorevole in materia di sicurezza. E credevi nel rapporto transatlantico come principale architrave della prosperità e dello sviluppo della democrazia anche nel XXI secolo.
Ciò che in molti ammiravamo era la Tua capacità di promuovere le idee ed i valori senza restare ai margini, "sporcandoTi le mani", con la politica e nella politica, che per Te era impegno umano e civile. Non solo, quindi, nelle lotte scomode e rischiose con Solidarnosc, ma anche da Ministro degli Esteri della Tua amata Polonia.
Rispetto al Tuo impegno a Bruxelles dicevi: "Studio le direttive europee ascoltando Bach. Aiuta sempre". Ci invitavi a parlare ai giovani, a riempire il loro desiderio di un futuro di pace. Per Te, un'Europa forte ed unita rispondeva a questo desiderio. Spesso ripetevi: "L'unità dell'Europa non è solo un processo, ma una visione del nostro futuro". Oggi viviamo un passaggio delicato nella vita delle nostre Nazioni. Assistiamo ad un progressivo impoverimento di valori condivisi e al galoppo del populismo. Manca la capacità di coniugare la visione strategica del futuro con la passione delle idee e del servizio pubblico quotidiano. Si affievolisce il principio di responsabilità, nella finanza e nelle istituzioni. Cresce un disordine globale, tutt'altro che creativo. Dai cambiamenti climatici alla prevenzione del terrorismo, alle politiche economiche, è necessario che l'Europa si affermi come baricentro di innovazione e stabilità, che rinnovi il suo modello di sviluppo liberale e sociale all'altezza delle sfide del XXI secolo. C'è bisogno anche di una nuova spinta emotiva, di rafforzare il patrimonio di valori che l'Europa porta con sé da secoli e che covano sotto la cenere.
Tu avevi, con lucidità, individuato la patologia della politica contemporanea: classi dirigenti che preferiscono la scorciatoia della seduzione alla fatica della persuasione, il palliativo di breve termine alla complessità delle scelte di prospettiva. Caro Bronislaw, il Tuo insegnamento rimarrà nel tempo. E noi, che siamo stati i testimoni della storia recente e abbiamo avuto la fortuna di conoscerTi, non ci risparmieremo nel tenere viva la memoria del Tuo impegno e delle Tue parole, che hanno acceso fuochi di speranza e di autentica passione civile. Che nel Tuo ultimo viaggio Ti accompagni tutta la mia profonda ammirazione, assieme a quella di chi è liberale perché ama la libertà più di ogni cosa, ed ama la democrazia perché è la paziente invenzione più riuscita dell'Occidente.
Francesco Rutelli