FRANCESCO RUTELLI

Rutelli a La Stampa: se si vota il terzo polo è pronto

Pronti alle: urne: «Se si votasse domani il nuovo polo sarebbe fatto: noi, Finiani, Udc e Autonomisti della Sicilia», Francesco Rutelli - ostenta sicurezza, dà quasi l'idea di volere al più presto le elezioni, in un convegno organizzato a Torino dal suo movimento Alleanza per l'Italia (Api) che per la prima volta si presenta assieme a politici delle possibili forze alleate, tra cui il finiano Benedetto Della Vedova. «Ma il governo andrà avanti - riprende - e noi avremo tempo per formarlo meglio». Tempo da utilizzare per «spiegare agli italiani la verità, poi sceglieranno noi perché sono stufi di balle», intanto invita a guardare «con attenzione ai segnali che giungono dalla Sicilia, per il progetto che nasce intorno al presidente della giunta, Lombardo, lì dove Berlusconi aveva fatto il pieno».

 

In un dibattito con l'ex segretario nazionale del Pli (poi senatore Pd) Valerìo Zanone, Rutelli fa riferimento alle riforme liberali tanto sbandierate dai due schieramenti ma rimaste alla voce «promesse»: «Un vero imbroglio, causato da un bipolarismo diventato uno scontro tra curve: curva Nord contro curva Sud». Distribuisce colpi contro il federalismo della Lega evidenziando le contraddizioni del Pdl incapace di rappresentare l'Italia, «spaccata tra Nord e Sud», disegna riforme che sappiano ridurre il peso dello Stato, la spesa pubblica, della politica, in favore di investimenti per lo sviluppo e con poteri equilibrati per «governare bene, non per impedire di governare».

Con riferimento al modello anglosassone, il promotore dell'Api parla del nuovo polo per un Paese unito, moderno, puntando su ricerca, formazione, sviluppo, annuncia per «il 28 settembre una risoluzione alla Camera che sfidi il Governo sui contenuti», la definisce «molto coraggiosa: le nostre proposte di riforma diventeranno il terreno di ma confronto molto concreto sulle cose da fare». Anticipazioni? «Punteremo al rilancio economico, tra i punti anche la giustizia, perché è importante per una buona economia». Poi ribadisce: «Il fatto nuovo è che anziché una contrapposizione a Berlusconi nei termini di schieramento sarà una proposta piena di futuro». Dunque, rispetto alla maggioranza l'Api non avrà un atteggiamento contrario a prescindere, Neanche sulla giustizia: «Se verrà presentata una piattaforma radicale, la voteremo anche noi. Ma se invece si tratta di leggi ad personam, certo non la voteremo».

E verso il Pd? «Mi pare - risponde - che la vita dell'opposizione democratica sia scandita solo da litigi interni e, purtroppo, da- tempo». È tranchant: «Non c'è una strategia, manca una candidatura di governo per conquistare i voti laddove sono andati. C'è uno spostamento a sinistra, rispettabile ma minoritatio».Tra i partecipanti al convegno anche i parlamentari dell'Api, Bruno Tabacci, Linda Lanzillotta, Gianni Vernetti. Da Della Vedova, di Futuro e Libertà, la conferma che «i liberali sapranno essere uniti sui valori fondanti indipendentemente dalla contingente collocazione, opposizione o maggioranza che sia».

 di Luciano Borghesan, la Stampa, martedì 21 settembre 2010

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