FRANCESCO RUTELLI

«Con la Lega non credibili in Ue»

L'intervento del leader di Api Francesco Rutelli in Senato sull'informativa del ministro Maroni sull'immigrazione.

Presidente, ministro, colleghi

ci chiediamo se ci sono dei colpevoli, degli assassini delle centinaia di persone che sono tragicamente annegate nel Canale di Sicilia, e per le quali ci associamo all'espressione di dolore del Presidente del Senato. Una risposta è necessaria, e siamo in grado di darla. In troppi maledicono il mare, o la scarsa umanità di qualche governo. Ma gli assassini hanno una precisa identità: sono le organizzazioni criminali che trafficano gli esseri umani. Stiamo facendo abbastanza per contrastarli? No. Stiamo predisponendo misure per modificare questa situazione? Assolutamente no. Il Ministro Maroni ci ha dato una comunicazione corretta sui fatti, ma assolutamente reticente sulle motivazioni dei fatti, e sugli errori capitali commessi dal governo. Per un semplice motivo: perché questi errori enormi sono stati provocati proprio dal partito che il Ministro rappresenta nel governo. Cinque errori capitali che sono conseguenza delle pretese demagogiche, presuntuose e pericolose della Lega. 1. Il governo non ha predisposto per tempo, nonostante fosse previsto - e Lei stesso lo avesse annunciato da un mese - l'imminente arrivo di migliaia di migranti, un piano nazionale per il loro smistamento, determinando la gravissima crisi di Lampedusa.

2. Esplosa questa crisi, il governo ha ripartito i flussi in modo smaccatamente irresponsabile: tutti subito in Sicilia e nelle regioni del Sud! Provocando così le dimissioni del sottosegretario Mantovano, cui Lei non ha dedicato neppure una parola.

3. Ha rifiutato di prendere in esame l'applicazione dell'art 20 del Testo Unico sull'immigrazione, che permette la protezione umanitaria con permessi temporanei. Anche questa, una scelta strettamente ideologica.

4. Questo ritardo ha creato il caos al confine italo-francese, ed ha allontanato la possibilità di assumere maggiori responsabilità da parte dell'Unione Europea, visto che tra queste persone vi sono richiedenti asilo cui l'Italia deve - e sottolineo: deve - prestare protezione, ma anche molte persone che mirano a raggiungere altri paesi europei. Lei si è riferito al burden sharing, ovvero alla ripartizione di responsabilità con gli altri paesi europei. Ma come si pensa di ottenere solidarietà, se lo slogan principale di questo governo è: "fuori dalle palle"! Ma lo sapete, colleghi, che la sola Germania ha accolto centinaia di migliaia di rifugiati dall'Est Europa; che la Tunisia si trova oggi a gestire il flusso di centinaia di migliaia di profughi dalla Libia; e con i vostri accenti presuntuosi voi vorreste dettare legge ad un'Europa cui non fate altro che rivolgere polemiche!

5. Il governo continua a sottovalutare l'incidenza strategica del traffico di persone; sul piano umanitario, e per la sicurezza nazionale, nonostante le precise proposte formulate in un rapporto del 2009 approvato all'unanimità dal Copasir.

Ci si illude, cioè, di limitare fenomeni giganteschi dentro i 20 kmq dell'isola di Lampedusa, o altrove. Ma il fondamentale punto di crisi è la perdita di ogni cornice di sicurezza e controllo di legalità nella vasta area che coinvolge Libia e Tunisia.

Noi intendiamo mettere alla prova i vostri annunci, e presenteremo oggi stesso una mozione qui al Senato, perché l'Italia assuma una piena leadership europea e internazionale sul piano umanitario e della prevenzione e contrasto del traffico di esseri umani. L'Italia è la porta d'accesso, potenzialmente, per milioni di disperati e di persone desiderose di migliorare le proprie condizioni di vita. Queste persone non vengono - attraverso i percorsi ben noti dal Golfo di Guinea o dal Corno d'Africa - acquistando il biglietto del treno, o del bus; questa spinta umana viene attivata ed organizzata da parte di reti criminali che stanno realizzando grandi guadagni, e dunque si stanno ancora rafforzando!

Il nostro governo ha le mani legate. LEGATE DALLA LEGA.

Finora, ha fallito. Sta continuando nei suoi errori. Per questo, di fronte alla paralisi politica evidenziata dalle dimissioni del Suo sottosegretario, alla perdita di autorevolezza internazionale, all'incapacità gestionale della crisi umanitaria, noi chiediamo la formazione di un altro governo, non inchiodato alla propaganda, ma capace di affrontare i grandi problemi del nostro tempo.

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