«Ecologia sia radice stessa dell'attività politica»
«Deve indirizzarla verso le grandi decisioni del mondo di oggi»
«L'ecologia era o uno sport della domenica", qualcosa di tutto sommato marginale, o il momento per dire di "no" a tutto in una certa cultura minoritaria, oppure momenti di grande condivisione da parte della pubblica opinione, ma di tipo emotivo ed occasionale. Oggi siccome le risorse sono in fase di esaurimento ed il mondo è troppo piccolo per 7 miliardi di persone che si avviano a diventare 9 miliardi, l'ecologia diventa la radice stessa della politica, perché deve indirizzarla verso le grandi decisioni in un mondo nel quale dovremo riuscire a "fare meglio con meno». Francesco Rutelli, presidente ApI, lo dice a margine dell'assemblea di Alleanza ecologica per l'Italia, oggi a Roma. Un mondo dove «ci saranno meno soldi, meno moneta da stampare, meno trucchi finanziari per produrre ricchezza artificiale- elenca Rutelli- meno risorse naturali, ma più popolazione, più concorrenza delle economie emergenti rispetto a noi che eravamo i ricchi di un tempo, l'Europa e l'America».
L'ecologia, quindi, «diventa la materia stessa del cambiamento politico», dice il leader di Api, «e la materia stessa del governo politico». La riunione di oggi «è l'occasione per dire che metteremo il tema ambientale al centro- dice Rutelli- anche per il Terzo polo e le future coalizioni di governo». Sarà «una sfida di cultura, di vita, di trasformazione della società - conclude - "fare meglio con meno" sarà la realtà delle generazioni future, e quindi ci vuole innovazione tecnologica, ripensamento degli stili di vita ed anche soluzioni nuove dal punto di vista politico, legislativo ed organizzativo».
«Il senso di ciò che facciamo oggi è questo: l'Italia che missioni economiche, produttive e sociali dovrà darsi nei prossimi anni? Il nostro Paese resta il secondo per produzione d'Europa dopo la Germania», spiega Francesco Rutelli, presidente ApI. E allora, «deve smettere di produrre o si devono trasformare anche le proprie produzioni per andare incontro ad un cambiamento enorme ed inevitabile? La nostra risposta è la seconda». Il punto è che «fino a qualche tempo fa l'ecologia era "l'attività della domenica"- spiega Rutelli - nei cinque giorni del lavoro si produceva, e nel fine settimana ci si occupava del verde, dei parchi, della natura, magari installando un pannello solare sul tetto».
L'ambiente, insomma, «era il companatico della politica, il pane lo provvedeva qualcun altro- rileva il leader ApI - oppure era quello che ho chiamato il "no-ismo", la religione del "no", per dire "no" a tutto. Oppure era una ventata emotiva quando c'era un evento pericoloso, l'esplosione di un impianto chimico, di una piattaforma petrolifera, i dati sull'inquinamento urbano o la crisi delle centrali nucleari, la frana».
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