Ddl Anticorruzione, «Terzo polo compatto e determinate»
«Di epocale c'è soltanto la sconfitta del governo in materia di lotta alla corruzione». Non fa sconti il capogruppo dell'Udc Giampiero D'Alia e, insieme ai colleghi senatori del Terzo polo, secondo Francesco Rutelli «compatti e determinanti», chiede il rinvio del ddl anticorruzione, sul quale il governo è stato battuto due volte al Senato, in commissione. «Se davvero aspirano ad approvare un provvedimento efficace e incisivo, governo e maggioranza - ha detto D'Alia in conferenza stampa - ritirino dall'aula il ddl contro la corruzione e lo riportino in commissione, dove Fli, Udc, Api e Mpa sono pronti a collaborare». «Il testo attuale - ha poi aggiunto - è ormai senza testa, dopo la bocciatura dell'articolo 1 del ddl, sul quale si fondava tutta la norma».
«Questo ddl - ha aggiunto ancora il centrista - giunto in aula, dopo le nostre reiterate richieste, senza un relatore di maggioranza e senza che il governo avesse la benché minima idea di quale strada imboccare. In commissione il centrodestra si è sempre sottratto al confronto, chiudendosi a riccio alle proposte del Terzo polo». «Così com'è - ha aggiunto l'ex prefetto Achille Serra - il ddl si riduce a una «spolverata» sulla corruzione. Governo e maggioranza parlano di un osservatorio" contro la corruzione. Qui c'è poco da osservare e molto da fare. Non hanno nessuna intenzione di fare prevenzione e controllo e non ci vengano a dire, come già hanno provato a fare questa mattina in aula, che siamo noi ad aver affossato un provvedimento utile ed efficace, perché questo è macroscopicamente falso».
Forte l'allarme lanciato dal finiano Mario Baldassarri, secondo cui «la corruzione in Italia incide su un giro di spesa di 50-60 miliardi di euro», mentre il leader dell'ApI, Francesco Rutelli, ha rimarcato la valenza del Terzo Polo. «Il Terzo polo, compatto e coerente, è determinante anche al Senato, considerato in questa legislatura una "riserva del governo". Inoltre, il voto contrario della Lega alla norma che prevedeva il giuramento alla Costituzione per i dipendenti pubblici denota che ormai le crepe nella maggioranza sono evidenti».
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