FRANCESCO RUTELLI

Intervento su Facebook: una politica per crescita, lavoro e impresa

Cari amici e amiche frequentatori di questa pagina,
appena qui sotto trovate un documento di valore: la mozione presentata al Senato che indica una strategia alternativa a quella praticata da Tremonti. Una politica per la crescita economica, per il lavoro e l'impresa.
Vi prego di leggerla, come le righe che seguono. Si dirà: ma il Parlamento non fa che discutere di questo. In dodici mesi, almeno quattro volte: legge Finanziaria, poi "decreto milleproroghe", quindi manovra anti-crisi estiva, e poi DPEF (oggi Decisione di finanza pubblica). E adesso si ricomincia, con una nuova Finanziaria (oggi Legge di stabilità) e a fine anno con la nuova manovra denominata "milleproroghe". Non vi basta?
Assolutamente no. E' questo il punto.


La politica del Governo - al potere da ormai otto anni sugli ultimi dieci, unico tra i paesi occidentali - è di obbligato contenimento della spesa. Ma è ZERO dal punto di vista del dinamismo e della crescita dell'economia. Sola strada praticabile per un paese come il nostro, che sborsa ogni anno 70-80 miliardi di euro di interessi sul debito. E il debito sta per diventare il nodo scorsoio del futuro nazionale: va verso il 120% della ricchezza annua prodotta, e la Germania si accinge - da detentrice di fattori determinanti della stabilità economico-finanziaria europea - a pretendere che nell'area euro si riducano i debiti nazionali, anche per evitare nuovi attacchi della speculazione e impossibili salvataggi onerosi - tipo Grecia. Dunque, è possibile che tra breve l'Italia si trovi non solo a dover fermare il deficit sotto il 3% annuo, ma anche a rientrare dall'indebitamento a tappe forzate. Potrà mai farlo un paese a crescita bloccata, ripiegato su una polemica politica quotidiana e distruttiva, inchiodato dalle divisioni di un bipolarismo fallito?
Di nuovo, questo è il punto.
Compito di chi vuol costruire un'alternativa è indicarne le basi economiche e sociali. Noi abbiamo iniziato da tempo a farlo, in modo serio.
Non sarà una passeggiata facile. L'unica cosa condivisibile di Tremonti sono gli accenti preoccupati sulle condizioni del paese. Ma cosa ha fatto lui, quale "rivoluzione liberale", quali riforme basilari sono state messe in campo in questi lunghissimi anni al potere?
ZERO.
Serve riformare la giustizia, anche per far funzionare meglio l'economia? Ma si fanno solo montagne di leggi paralizzanti ad personam! Serve restituire forza ai comparti della conoscenza (università, scuola, cultura, ricerca, innovazione)? Ma non appena si affaccia una riforma dignitosa per gli Atenei, la si blocca, perché ci sono solo tagli; tagli "lineari", non selettivi, che colpiscono in modo indiscriminato! Serve una riforma dei poteri pubblici, altrimenti chiamata federalismo? Ma la Lega - impegnata ad occupare il potere locale, dalle banche alle aziende -impone di non toccare, anzi, di moltiplicare i centri di spesa, e dunque il costo e l'inefficienza del sistema! Serve sostenere il lavoro? Ma il governo che aveva promesso di tagliare le tasse assiste ad una crescita inarrestabile della pressione fiscale, che colpisce innanzitutto chi lavora e chi dà lavoro in modo corretto! Si annunciano liberalizzazioni e più concorrenza? Non si fa nulla. Si concorda sulle opportunità di una green economy che riorganizzi energia, trasporti, edilizia? Lasciamo perdere.
Il paese, in mezzo alla crisi, chiede alla politica di stringere per prima la cinghia; ma quando noi di Alleanza per l'Italia abbiamo proposto di dimezzare il finanziamento ai partiti politici con la Finanziaria, siamo stati presi a porte in faccia.
E allora? Allora, la base su cui costruire il "Terzo Polo", il  Nuovo Polo della politica italiana, non può che essere una coraggiosa, decisa, chiara, strategia di politica per la crescita economica, il lavoro, la competitività.
La nostra Mozione indica la strada che intendiamo aprire. Con la forza delle idee, la mobilitazione politica, il sostegno di milioni di italiani che aspettano serietà e onestà nei tempi difficili che ci attendono.
Perché la stagione dei cantastorie è finita.

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