Lavoro, «Sindacati non difendano casi indifendibili»
«Giurisprudenza ha ingessato applicazione dell'art. 18»
Francesco Rutelli invita il sindacato a non difendere i casi di lavoratori indifendibili. «Quello sollevato dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, è un tema serio perché è giusto che il sindacato difenda l'onorabilità dei lavoratori ma, in certi casi, gioverebbe abbandonare la difesa dell'indifendibile». Il presidente dell'Api ricorda i «casi limite, come i lavoratori dello scalo di Malpensa sorpresi a rubare i bagagli, o gli assenteisti cronici della Asl di Ragusa o del lavoratore che si era messo in malattia, poi fermato dopo aver lanciato un petardo contro il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni. Tutti reintegrati al loro posto di lavoro». Nei prossimi giorni Api presenterà delle proposte di modifica «sapendo che c'è un tavolo aperto e che c'è già chi se ne sta occupando. Non sfugge il fatto che l'applicazione di una giurisprudenza estrema rende inattuato l'articolo 18». «Il tema non è difenderlo o bocciarlo. Se anche nei casi più drastici, dove si configurano gli estremi per una giusta causa di licenziamento, l'articolo 18 viene interpretato in un modo che rende impossibile la risoluzione del contratto, i casi normali non esistono più ma esistono solo i casi estremi. L'ingessamento del sistema è determinato dalla modalità di attuazione dell'articolo 18. Più che la necessità di modificarlo - ha concluso Rutelli - c'è la necessità di farlo funzionare così com'è».