Italia 150, Rutelli: «Lega umilia italiani. È gravissimo»
«Fatto mai visto prima, Berlusconi pur di salvarsi dai pm concede tutto a Bossi. Governo e maggioranza a pezzi»
«Votando contro la festa dell'Unità nazionale la Lega ha umiliato il governo, ma molto di più tutti gli italiani. Solo che Berlusconi dipende ormai dal Carroccio per difendere il proprio potere». La dissociazione della Lega Nord in Consiglio dei ministri sulla festa nazionale del 17 marzo «è una ferita gravissima, un fatto senza precedenti. Berlusconi e Bossi ci vogliono abituare a tutto ma non era mai capitato prima che una forza di governo si dissociasse in modo così palese, con due ministri che votano contro un provvedimento del governo e un terzo che lascia anticipatamente la riunione». Lo ha affermato il presidente di Alleanza Per l'Italia Francesco Rutelli, secondo il quale «di fronte a un fatto come questo si sarebbe dovuta aprire immediatamente la crisi di governo. Invece assistiamo alla dichiarazione del ministro la Russa, il quale sostiene che si tratta solo di opinioni diverse, mentre il ministro Calderoli bolla come follia istituzionale" il decreto del governo».
«Ormai - insiste il leader dell'ApI- siamo al relativismo della Patria, con un governo guidato da un uomo in grave difficoltà come Berlusconi che, pur di mantenere una maggioranza chi lo tuteli dalle vicende giudiziarie che lo hanno investito, non esita a fare compravendita di parlamentari e concedere tutto a tutti. Nel frattempo la scossa economica, annunciata in pompa magna solo qualche giorno fa, è dispersa non si sa dove. Ma c'è ancora qualcuno nel Pdl - si domanda Rutelli - che abbia ancora un barlume di dignità per mettere a posto la Lega?».
«Siamo di fronte non alle solite battutacce o agli slogan che permettono alla Lega di ramazzare qualche voto degli scontenti del Pdl, qui stiamo parlando di atti che impegnano il governo che, tuttavia, ha trovato una soluzione apprezzabile venendo incontro alle esigenze delle imprese e della finanza pubblica - ha concluso il leader dell'ApI - sopprimendo, per il solo anno in corso, gli effetti economici previsti la festività soppressa del 4 novembre».
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